Mercoledì 20 novembre 2024
Ippica, vittima sacrificale di ADM?
L’acuto e documentato articolo di Massimo Pierini dal titolo “Una previsione potenzialmente disastrosa” pone l’attenzione degli operatori dell’ippica su un aspetto di primaria importanza per la vita del comparto ippico italiano.
Da quando la gestione della scommessa ippica è stata sottratta all’Unire - e tramite questa a tutti gli operatori dell’ippica - per consegnarla all’Agenzia Dogane e Monopoli (che è sostanzialmente un esattore ed un controllore, non certo un ente mirato allo sviluppo), i movimenti di gioco a totalizzatore sono crollati dai 2,2 miliardi di euro del 2008 ai 136 milioni del 2023, ed anche il 2024 in corso mostra un ulteriore piccolo calo.
L’introduzione e lo sviluppo del gioco a quota fissa ippica con un prelievo sul margine (differenza tra incassato e pagato) del gestore del gioco ha assestato un duro colpo al gioco a totalizzatore sulle scommesse semplici come vincente o piazzato (ormai ridotto al lumicino) e realizza oggi circa 530 milioni di euro (a cui si sommano i 136 milioni di scommesse a totalizzatore).
L’introduzione e lo sviluppo del gioco a quota fissa ippica con un prelievo sul margine (differenza tra incassato e pagato) del gestore del gioco ha assestato un duro colpo al gioco a totalizzatore sulle scommesse semplici come vincente o piazzato (ormai ridotto al lumicino) e realizza oggi circa 530 milioni di euro (a cui si sommano i 136 milioni di scommesse a totalizzatore).
Introduzione del Direttore generale della Direzione generale per l'ippica Remo Chiodi
Il problema è che, mentre il totalizzatore ed in particolare le scommesse complesse (tris, quartè, quintè tra le altre) portano con sé proventi per il comparto ippico nell’ordine del 15/18% del movimento di gioco, le scommesse a quota fissa ippica portano oggi all’ippica solo il 4,7%.
Ora i bookmaker spingono ADM a ridurre il prelievo sulle scommesse ippiche a quota fissa per favorire il rigioco degli scommettitori (quindi per un proprio maggior guadagno) con due successivi tagli del prelievo, un primo di 13 punti (da 47 a 34) ed un secondo altrettanto robusto da 34 a 22) ed anche chi ci dovrebbe tutelare, cioè il Masaf, ritiene sia un tentativo da fare.
Ora i bookmaker spingono ADM a ridurre il prelievo sulle scommesse ippiche a quota fissa per favorire il rigioco degli scommettitori (quindi per un proprio maggior guadagno) con due successivi tagli del prelievo, un primo di 13 punti (da 47 a 34) ed un secondo altrettanto robusto da 34 a 22) ed anche chi ci dovrebbe tutelare, cioè il Masaf, ritiene sia un tentativo da fare.
Intervento del Dirigente ADM Mario Lollobrigida
Se tutto il gioco a totalizzatore venisse trasformato in gioco a quota fissa e si dovesse seguire il percorso indicato da ADM, avremmo che tutto il gioco ippico ci porterebbe in prima battuta solo il 3,4% del movimento e nella seconda fase al 2,2%.
Il montepremi nel 2024 è stato pari a circa 85 milioni di euro e il finanziamento derivante dal gioco (che ancora nel 2008 ammontava a 307 milioni di euro, pagando ricche tasse allo Stato e che nel 2019, pre covid, era sceso a 50 milioni) si è ulteriormente ridotto a 43 milioni ( di cui oltre 20 generati dal totalizzatore)..
Se tutto il movimento di gioco attuale passasse a quota fissa nella prima fase i proventi per l’ippica scenderebbero dai 43 milioni del 2023 nella prima fase a 22,7 milioni e nella seconda fase addirittura a 14,7.
Ora, considerando che il Masaf ormai da tempo ripete che il finanziamento pubblico non potrà durare ancora per molto (e lo dimostra con i tagli continui a montepremi e con previsioni di taglio ulteriore in finanziaria ) e che nel giro di 3/4 anni l’ippica deve rendersi in grado di generare da sola i proventi di cui ha bisogno... a che volume devono arrivare le scommesse a quota fissa ippica per pagare da sole il montepremi?
Presto fatto, al 3,4% - fermo restando che il margine resti al 15% - devono generare un movimento di almeno 2,7 miliardi di euro e al 2,2%... servono svariati miliardi di euro di movimento (tra 4 miliardi nella migliore delle ipotesi a 5 miliardi ed oltre).
Se poi si vuole coprire il fabbisogno totale del settore ippico italiano pari a circa 180/200 milioni (comprendendo ippodromi, giurie, antidoping etc etc) bisogna avere un movimento al 2,2% superiore a 9 miliardi di euro.
Il montepremi nel 2024 è stato pari a circa 85 milioni di euro e il finanziamento derivante dal gioco (che ancora nel 2008 ammontava a 307 milioni di euro, pagando ricche tasse allo Stato e che nel 2019, pre covid, era sceso a 50 milioni) si è ulteriormente ridotto a 43 milioni ( di cui oltre 20 generati dal totalizzatore)..
Se tutto il movimento di gioco attuale passasse a quota fissa nella prima fase i proventi per l’ippica scenderebbero dai 43 milioni del 2023 nella prima fase a 22,7 milioni e nella seconda fase addirittura a 14,7.
Ora, considerando che il Masaf ormai da tempo ripete che il finanziamento pubblico non potrà durare ancora per molto (e lo dimostra con i tagli continui a montepremi e con previsioni di taglio ulteriore in finanziaria ) e che nel giro di 3/4 anni l’ippica deve rendersi in grado di generare da sola i proventi di cui ha bisogno... a che volume devono arrivare le scommesse a quota fissa ippica per pagare da sole il montepremi?
Presto fatto, al 3,4% - fermo restando che il margine resti al 15% - devono generare un movimento di almeno 2,7 miliardi di euro e al 2,2%... servono svariati miliardi di euro di movimento (tra 4 miliardi nella migliore delle ipotesi a 5 miliardi ed oltre).
Se poi si vuole coprire il fabbisogno totale del settore ippico italiano pari a circa 180/200 milioni (comprendendo ippodromi, giurie, antidoping etc etc) bisogna avere un movimento al 2,2% superiore a 9 miliardi di euro.
Intervento di Giorgio Sandi
Ora, considerando che la scommessa ippica è lo strumento classico per generare risorse per la filiera ippica e che tutte le manovre messe in atto da parte dei bookmakers ed avallate da Adm e Masaf sono a rischio distruzione del settore... non sarebbe il caso che a tutelare l’ippica ed a dialogare con questi soggetti ci fossero rappresentanti eletti dagli operatori e non funzionari ministeriali? E che chi trarrà beneficio da questi interventi e tagli di prelievo garantisca con fideiussione bancaria a prima richiesta i proventi che la manovra mette a rischio?
Giorgio Sandi
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