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Lunedì 2 dicembre 2024
Il parere di Claudio Cellini
Una delle criticità intrinseche alla gestione Ministeriale è l’aspetto economico, in particolare l’autofinanziamento (cioè introito da scommesse)
  • Totalizzatore
  • Quota fissa.
Per uscirne bisogna necessariamente fare un percorso condiviso.
In passato ci sono stati due tentativi di riforma:
  1. Delega Fiscale (2013)
  2. Collegato Agricolo (2016) che impegnavano il governo e di conseguenza la politica a riformare l’ippica.
L’unico articolo, parzialmente portato a compimento, è stato, nel 2018, l’art. 15 comma 3 del Collegato Agricolo, che tra le altre cose sanciva il passaggio dalla tassazione sul fatturato alla tassazione sul margine per la quota fissa (secondo un accordo intervenuto tra MEF e Concessionari, che, nella fattispecie, non c’entrano con la filiera ippica).
Il risultato ottenuto nel quinquennio 2018-2023 è stato una grave penalizzazione degli introiti dell’ippica, per tacere della cosiddetta rivoluzione Copernicana (palinsesto complementare etc.), sbandierata dai Concessionari, come successo epocale, mentre i risultati sono negativi anche per gli stessi propugnatori della riforma.
Ora, per la terza volta, si ritenta, ma come ci insegna il passato, se è importante il contenuto della riforma, più importante ancora è la volontà di applicarla: in pratica, ci deve essere la politica e di conseguenza il governo se ne prenda carico.
Qualche suggerimento sui contenuti, che deve avere la riforma che si vuole avviare.
Dal punto di vista formale la 169/98, che regola le scommesse ippiche, è attualmente ancora in vigore.
Quindi, mi permetto di suggerire che il prossimo documento venga indirizzato oltre che al MEF, anche al MASAF e alla Presidenza del Consiglio, seguendo i principi e i criteri direttivi, strettamente legati al comma 3, lettere a) c),d) ed e) dell’art.15 del Collegato Agricolo.
Quanto ai contenuti, il documento deve indicare:
  1. Il riordino completo e in alcuni casi completamente innovativo della disciplina delle scommesse ippiche al totalizzatore;
  2. La previsione, in tutte le sue applicazioni, di un pay-out modulare (somma destinata al pagamento delle vincite) non inferiore al 74%;
  3. La revisione di tutte le disposizioni e modalità di gioco che regolano le scommesse ippiche al totalizzatore, tali da rendere competitivo il prodotto ippico rispetto agli altri giochi e creare le condizioni per la necessaria crescita della raccolta delle scommesse ippiche.
  4. Il riordino della disciplina delle scommesse ippiche a totalizzatore e quota fissa. Nel procedere alla rivisitazione e rimodulazione delle scommesse ippiche a totalizzate si deve necessariamente far leva su meccanismi che definiamo “rigioco” e “innovazione tecnica e matematica”. Se la seconda incide sulla struttura specifica delle tipologie delle scommesse ippiche, la prima incide in modo sostanziale sulla “economicità “e di conseguenza sulla resa economica delle stesse
Inoltre tale documento dovrà
  1. Porre le basi per riportare il gettito generato dalle scommesse ippiche a costituire la principale base finanziaria di sostegno alla filiera ippica nella sua interezza;
  2. Porre le basi per una riduzione delle aliquote destinate all’erario a fronte di un sostanziale aumento della raccolta, per avere un aumento della quota destinata al sistema ippico.
In questo lavoro dovranno essere contemplate le disposizioni regolamentari ed economiche per tutto ciò che riguarda la scommessa a quota fissa applicabile al palinsesto ordinario e complementare. Per ovvie ragioni ciò dipenderà da un accordo preventivo con i Concessionari.
Gran parte di quanto ho messo qui in evidenza à già contenuto, fin nei minimi dettagli, in una relazione, da me presentata, su richiesta dell’allora MIPAAF, in risposta a un preciso quesito di fattibilità economica posto dalla Ragioneria di Stato, che, presa visione di quanto da me prodotto, nel maggio 2016, diede parere favorevole per il suo inserimento nel Collegato Agricolo.

Claudio Cellini
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