Lunedì 27 gennaio 2025
La disattesa conferma di un campione
Se vi chiedessero la differenza tra un campione e una leggenda, come rispondereste?
Davidson du Pont e Face Time Bourbon, Royal Dream e Ready Cash, Etonnant e Vivid Wise As. Sono solo alcune delle rivalità più recenti che hanno scritto la storia del trotto e hanno decretato, necessariamente, delle preziosissime sentenze.
Forse è proprio questo uno dei termini indispensabili per raggiungere il mito: avere un avversario degno e spietato, capace di piegarti e riportarti a terra, di spronarti e consentirti di superare i tuoi limiti.
Idao de Tillard è questo: è il re, il crack (termine assai caro ai francesi), il fenomeno. Idao de Tillard è stato inoppugnabile, è caduto, è stato calpestato, si è rialzato, si è riscattato e ha chiarito, ieri, come a volte le sciatterie e lo snobismo andrebbero evitati, o se non altro moderati.
Cosa che non è avvenuta negli ultimi giorni, con Idao de Tillard sempre più oscurato da Go On Boy, il preferito dell'intera opinione pubblica francese e di tutta la stampa tecnica transalpina, a confermare quella malattia comune che imperversa, evidentemente, non solo in Italia: la memoria breve.
Certo, a disincantare i pareri dei più hanno contribuito anche le parole del mentore e artefice di Idao de Tillard, Thierry Duvaldestin, mai pienamente pago del proprio allievo e mai solare durante le ultime interviste, dichiarandolo in regresso rispetto allo scorso inverno, quasi scalfito dalla vecchiaia, costretto a togliere le scarpe per evitare l'umiliazione.
Il figlio di Severino, poi, è stato più volte screditato, nel corso del 2024, per le sue prestazioni altalenanti, per una parentesi negativa improvvisa che ha rischiato di comprometterne il valore, la storicità, che lo ha derubricato da crack a buon cavallo e che ha portato tutti gli addetti ai lavori a considerarlo come subalterno di Go On Boy, cavallo per indole non vincente ma troppo più simpatico e amato rispetto al portacolori di Cyril Sevestre.
Eppure, la simpatia nello sport, spesso, viene associata a compassione e l'antipatia a successo, brama, capacità di imporsi.
Qualità che senza dubbio appartengono a Idao de Tillard, in grado di sorbirsi un percorso in terza ruota, in parte allo scoperto, sui selettivi 2700 mt di Vincennes e in chiusura di gioco da lieve favorito, riuscendo a fare 1.11.1, seconda miglior prestazione di sempre nella corsa faro del trotto mondiale, eguagliando il double di Face Time Bourbon, lasciando “sole” 500.000€ di somme vinte a dividerli.
Ciò che realmente distingue Idao de Tillard, però, e dunque tutte le leggende, al di là di dati, statistiche e numeri, è il sentimento comune; è la capacità di penetrare nell'animo e nelle emozioni delle persone, degli appassionati, dei neofiti, che arrivano a considerarti aureo, sacro, trascendentale: una sorta di mistificazione comune che avviene all'unanime e inconsapevolmente.
Ciò che importa, in ogni caso, è che Idao de Tillard è tornato e da oggi, per la gioia di Protagora, tutti torneranno ad essere suoi sostenitori.
Filippo Barbagallo
Copyright ©